"Abbracciando stretta la vita" in tournée.
"Mosaici d'Europa" è il progetto promosso dal Teatri Stabil Furlan, prologo del Festival teatrale delle Minoranze Linguistiche, previsto nell’autunno 2025: il ricco calendario delle iniziative ha il suo epicentro a Gorizia, capitale della cultura europea con Nova Gorica per il 2025, una città dove plurilinguismo e multiculturalismo sono elementi costitutivi. Il Teatri Stabil Furlan in collaborazione con la Civica Accademia Nico Pepe, fin dal 2021, ha puntato su Gorizia, scegliendo di dedicare a Carlo Michelstaedter, filosofo tra i più profondi, profetici e trasgressivi dell’ambito mitteleuropeo, uno spettacolo che porta in scena la vita di uno straordinario giovane uomo.
Lo spettacolo teatrale "Abbracciando stretta la vita" debutterà al Teatro Verdi di Gorizia giovedì 12 dicembre ( ore 21) a cui seguiranno le repliche il 13 dicembre in Slovenia a Vila Vipolze (ore 19), a Capriva il 15 dicembre (Palestra comunale, ore 21) e il 19 dicembre a Cormons (Teatro Comunale ore 21). L'ingresso agli spettacoli è libero.
Nella dimensione cosmopolita e plurilinguistica della Gorizia di fine Ottocento si respira l'aria dell'Austria Felix, ed è qui che si svolgono le vicende di Carlo Michelstaedter, nato in una famiglia di origini ebraiche, nella quale si parlavano tedesco, italiano e friulano, la lingua utilizzata dal padre Alberto. Accanto ai protagonisti gli amici degli anni di liceo, Enrico Mreule e Nino Paternolli, con i quali condivide l'amore per i classici, le escursioni in montagna, la voglia di cambiamento. Sfilano accanto al protagonista alcune importanti figure femminili, l'amata Nadia Baraden e l'ultima fiamma Argia Cassini ed è presente la figura paterna, Alberto. Carlo Michelstaedter vive in un periodo in cui, a dispetto di quella che viene propagandata come una società ordinata, evoluta e armonica, sono molti i giovani in preda al “malessere di vivere”. Istinto vitale e pulsione autodistruttiva sono dunque luce e ombra, i poli di una conflittualità tra tradizione o innovazione, tra vita borghese agiata e tensioni anarchico rivoluzionarie, tra principio di piacere e ascesi spirituale, tra attaccamento agli affetti ed aneliti libertari e che nel loro albergare contemporaneamente in questa “generatio aequivoca” esprimono contraddizioni intime molto sofferte poiché pervadono diversi piani dell’esistenza giocando un ruolo essenziale nella sensibilità di un giovane artista irrequieto. Di fronte all’impossibilità di trovare risposte o tentare l’approdo ad un qualche equilibrio tra impulsi così contrastanti le risposte di non pochi giovani anche molto vicini a Carlo hanno dunque avuto un risvolto funesto, come accadde per la sua amica russa Nadia Baraden suicida a Firenze o per suo fratello Gino a New York... Siamo alla vigilia di quei grandi cambiamenti che - purtroppo- portarono allo scoppio della prima guerra mondiale. La sua pur breve vita appare come metafora dei nostri tempi in cui tutto si brucia e consuma con rapidità ma è anche un monito per cercare un più profondo e convinto radicamento nei valori dell'umano veramente umano.
Sviluppatosi da un'idea di Antonio Devetag, lo spettacolo "Abbracciando stretta la vita" si avvale della drammaturgia di Claudio de Maglio che cura anche la regia. In scena Giulia Cosolo, Alessandro Maione, Klaus Martini, Dina Mirbakh, Radu Murarasu e Stefano Pandolfo, assistente alla regia Mark Kevin Barltrop, consulenza drammaturgica per il friulano a cura di Carlo Tolazzi, musiche di Mariano Bulligan e Alan Malusà Magno, i costumi di Emmanuela Cossar, le scenografie di Claudio e Andrea Mezzelani e le maschere di Francesco Garuti.