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THE SAMSARA OF RIVER (h 20:30, 23/07/2025)

SHANGHAI THEATRE ACADEMY at SAFEST2025

The Samsara of River è uno spettacolo originale ispirato al classico cinese Viaggio in Occidente. Segue Jin Chanzi, l'ex sé del monaco Xuanzang, che viene gettato in tre vite di reincarnazione-come una tigre, un pesce e un umano-per non riuscire a capire veramente gli insegnamenti buddisti. Attraverso queste vite, si incrocia ripetutamente con Sun Wukong, il re delle scimmie, in un viaggio attraverso la vita, la morte, l'identità e le convinzioni. In definitiva, entrambi scelgono di rimanere nel mondo umano, abbracciando la bellezza e la fragilità del momento presente. Con un linguaggio poetico e un tocco di umorismo, il gioco mescola mito, filosofia e riflessione moderna per raccontare una storia commovente di fede, amicizia e ciò che significa essere umani.
Autore: YuanJing OuYang
Regia: ZeKun Fan
Direttore di scena: Jin Yi;
In scena: Fan Zekun, Ye Ruici, Yang Jiayi, Li Xiaojian, Liu Xinyang, Lan Shuyuan, Jin Yi.

Suono e Luci: Feng Tinghui

The Samsara of River is an original play inspired by the Chinese classic Journey to the West. It follows Jin Chanzi, the former self of the monk Xuanzang, who is cast into three lifetimes of reincarnation—as a tiger, a fish, and a human—for failing to truly understand Buddhist teachings. Across these lifetimes, he repeatedly crosses paths with Sun Wukong, the Monkey King, in a journey through life, death, identity, and belief. Ultimately, both choose to remain in the human world, embracing the beauty and fragility of the present moment. With poetic language and a touch of humor, the play blends myth, philosophy, and modern reflection to tell a moving tale of faith, friendship, and what it means to be human.
Author: YuanJing OuYang
Director: Fan ZeKun
Stage director: Jin Yi
Performers: Fan Zekun, Ye Ruici, Yang Jiayi, Li Xiaojian, Liu Xinyang, Lan Shuyuan, Jin Yi

Sound & Lighting Programmer: Feng Tinghui

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Le magnifiche storie per restare vivi (h 20:30 25/07/2025)

Le magnifiche storie per restare vivi
regia e drammaturgia di Claudio de Maglio
in scena gli allievi del 3^ anno: Giulio Bianchi, Silvia Cerchier, Iacopo Cesaria, Alvise Colledan, Erika Maria Cordisco, Massimo Filoso, Federica Garbarini, Santi Maccarrone, Andrea Monteverdi, Siro Pedrozzi, Sara Volpi e Sara Wegher – e la regia di de Maglio

Due novelle che fanno parte del patrimonio della cultura universale si confrontano sul tema dell’amore. Da una parte il “Decameron” di Giovanni Boccaccio che rappresenta la migliore tradizione letteraria italiana del medioevo e dall’altra parte l’inizio delle “Mille e Una Notte” che appartiene alla grande narrativa di matrice orientale. Se nella prima novella lo sfondo è quello della peste che falcidiò buona parte della popolazione italiana nel 1348 ed è anche il motivo per cui dieci giovani abbandonano la città di Firenze per ritirarsi in una villa isolata in campagna e spendere il loro tempo raccontandosi delle storie, nella seconda il motivo dell’intera narrazione è lo stratagemma adottato dall’intraprendente e bellissima Sherazade allo scopo di salvarsi la vita tenendo agganciato il re Shahriyar al filo delle storie che stanno dentro ad altre storie e si sviluppano senza soluzione di continuità fine alla milleunesima notte. Sono entrambe motivi di sopravvivenza calati in contesti diversi ma accomunati dallo stesso amore che si presenta nella sua funzione terapeutica essendo capace di guarire le ferite. Nel Decameron narrando si esorcizza la peste e nelle Mille e una notte si arriva a superare l’odio e la volontà di distruzione provocati dal tradimento delle mogli dei due re fratelli. L’amore è dunque celebrazione della vita sulla morte, vittoria sulla malattia fisica e dell’animo. La figura femminile è al centro delle due novelle prescelte. Dal Decameron che contiene 100 novelle abbiamo selezionato quella che il Boccaccio ha ambientato nella nostra città: Udine, a nord est d’Italia, in cui il giovane ricco Ansaldo si è innamorato della bella Dianora, sposa di Messer Gilberto.

Nonostante le lusinghe di Ansaldo Dianora rimane fedele al marito e riesce a mantenersi pura anche quando sopraffatta dalla provocazione che lei stessa aveva lanciato ad Ansaldo per toglierselo di torno (“Voglio in pieno inverno un giardino come se fosse maggio”) si trova per stesso consiglio del marito Gilberto a offrirsi al giovane Ansaldo proprio perché questi grazie a un Negromante era riuscito ad ottenere il prodigioso giardino fiorito in pieno gennaio.
La fedeltà, di Dianora, viene premiata e Ansaldo non esige il compenso pattuito in principio. Delle “Mille e Una Notte” raccontiamo l’inizio dell’intera vicenda: i due re fratelli Shahzaman e Shahriyar scoprono di essere entrambi traditi dalle rispettive mogli quando sono assenti dal Palazzo e partono alla ricerca di qualcuno che sia più sfortunato di loro. Giungono ad una spiaggia e mentre si lamentano dei loro rispettivi destini, dal mare esce un immenso Jinn con una prigioniera che lo tradisce più e più volte quando lui si addormenta. Questa constatazione di mancanza di fedeltà assoluta risveglia il furore di Shahriyar che si vendica non cedendo più all’amore ma uccidendo la sua sposa ogni mattina dopo la notte di nozze. Solo la bellezza, l’onestà, il rispetto e le elevate doti di narratrice che Sherazade esprime riusciranno a farsi breccia nell’arco di mille e una notti e far rinascere l’amore e la fiducia da parte del giovane re. Sherazade salva così non solo la sua vita ma quella di tutto il genere femminile attraverso la forza magnetica del racconto. È un inno alla funzione del teatro che tiene in vita l’umanità da millenni finché ci saranno storie da raccontare. La messinscena si basa su pochissimi oggetti, è volutamente scarna ed essenziale, costruita solo dai corpi degli attori e dalle storie; si usa qualche telo proprio a significare come questa continua trasformazione degli spazi della scena rappresenti anche la trasformazione degli spazi della mente, un gioco di suggestioni e trasparenze dove luci ed ombre sono compresenti per tratteggiare vari aspetti dell’animo umano assieme alle mille sfaccettature dell’amore, anzi le mille e una.
Claudio de Maglio

Summary

Le magnifiche storie per restare vivi
The magnificent stories to stay alive

The plot develops the entanglement of two novellas that form part of universal cultural heritage and share the theme of love: Giovanni Boccaccio's Decameron and the opening of "The Arabian Nights". While the backdrop to the former is the plague that decimated much of the Italian population in 1348, the latter's narrative focuses on the stratagem employed by the resourceful and beautiful Sherazade to save her life. These are both survival strategies set in different contexts, but united by the same topic of love, which is presented as having a therapeutic function and the capacity to heal wounds. In the Decameron, the narrative exorcises the plague; in the Thousand and One Nights, it overcomes the hatred and desire for destruction caused by the betrayal of the two brothers' wives. Love is thus a celebration of life over death and a triumph over physical and mental illness.
The female figure is at the centre of the two novellas chosen. In the Decameron, the rich young man Ansaldo falls in love with the beautiful Dianora, wife of Messer Gilberto. Despite Ansaldo's flattery, Dianora remains faithful to her husband, Gilberto, and manages to keep herself pure. However, when she finds herself overwhelmed by the provocation she had launched at Ansaldo to get him out of her way — 'I want a garden in the middle of winter as if it were May' — she offers herself to the young Ansaldo, on Gilberto's advice. This is precisely because Ansaldo had managed to obtain the prodigious flower garden in the middle of January, thanks to a necromancer. Dianora's loyalty is rewarded, and Ansaldo does not demand the compensation they had agreed upon initially.
We now turn to the beginning of the story from 'The Thousand and One Nights': the two brother kings, Shahzaman and Shahriyar, discover that they have both been betrayed by their wives. They reach a beach, and a huge Jinn emerges from the sea with a captive who betrays him repeatedly when he falls asleep. The realisation of a lack of absolute fidelity awakens Shahriyar's fury. It is only through Sherazade's beauty, honesty, respect, and exceptional storytelling skills that she manages to win back the young king's love and trust over a thousand and one nights. Thus, Sherazade saves not only her own life but also that of the entire female gender through the magnetic power of storytelling.
This is a hymn to theatre's function in keeping humanity alive for millennia, as long as there are stories to tell. The staging is deliberately bare and essential, using only the bodies of the actors and the stories. A few curtains are used to signify the continuous transformation of stage spaces, representing the transformation of mental spaces. This is a play of suggestions and transparencies, where light and shadows outline various aspects of the human soul and the thousand facets of love, or rather, the thousand and one.
Claudio de Maglio

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10-15 luglio >La Nico Pepe partecipa al Festival of University Theatre- FITUC a Casablanca

La Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe torna al FITUC International Festival of University Theatre di Casablanca, Marocco (37ed. “Theatre & Artistic- Cultural Diplomacy”) con lo spettacolo "Le magnifiche storie per restare vivi / Les histoires magnifiques pour rester en vie”, per la regia e drammaturgia di Claudio de Maglio con gli allievi del III anno - Giulio Bianchi, Silvia Cerchier, Iacopo Cesaria, Alvise Colledan, Erika Maria Cordisco, Massimo Filoso, Federica Garbarini, Santi Maccarrone, Andrea Monteverdi, Siro Pedrozzi, Sara Volpi e Sara Wegher. La rappresentazione si tiene venerdì 11 luglio alle ore 20 presso il il Grand Théâtre Ben M’Sik.

La Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine conferma la sua vocazione internazionale , infatti il Festival, giunto alla 37 edizione, è un evento di prestigio che si svolge nel cuore del Complesso Culturale Sidi Belyout, a Casablanca ed è organizzato dalla Faculté des Lettres et des Sciences Humaines dell’Università Hassan II. Come dichiarato dal tema scelto per l’edizione 2025, il teatro diventa lo strumento della diplomazia culturale, favorendo l’incontro di compagnie, studenti, docenti e professionisti giunti da ogni angolo del mondo, una importante occasione di confronto sui temi della creatività e il dialogo tra le culture.

La Nico Pepe propone al FITUC il suo importante contributo, desiderosa di incantare il pubblico con “Le magnifiche storie per restare vivi / Les histoires magnifiques pour rester en vie”, spettacolo liberamente ispirato a due capolavori senza tempo, il Decameron e Le mille e una notte, opere accomunate dal tema del “racconto” come strumento di sopravvivenza, intrattenimento e riflessione. Protagonisti in scena sono gli allievi del terzo anno che aggiungono questo ulteriore tassello al loro percorso formativo con un’esperienza di altissimo livello, a contatto con un pubblico internazionale.

La Nico Pepe sarà protagonista anche in altri due momenti, infatti durante la cerimonia di inaugurazione (10 luglio) del Festival i nostri allievi avranno l’onore di presentare alcune scene del canovaccio “Niente come sembra”, spettacolo apprezzatissimo e più volte replicato. Inoltre Claudio de Maglio, direttore della Nico Pepe, terrà il workshop dedicato alla Commedia dell’Arte "La maschera e i corpi dei personaggi” che darà modo agli allievi partecipanti provenienti da scuole di teatro della Germania, Marocco, Tunisia e Italia di esplorare le tecniche teatrali legate alle maschere e alla fisicità dei personaggi, lo studio di figure archetipiche (come Arlecchino, Pantalone, Colombina), le dinamiche tra personaggi, con esercizi pratici di improvvisazione teatrale per sviluppare espressività e creatività. Accanto a de Maglio altri docenti internazionali nel campo della pedagogia teatrale, quali Edward Lewis (Gran Bretagna/Cina), Ronald Rand (Stati Uniti), Philippe Mertz (Francia), John Freeman (Australia). La Nico Pepe è riconosciuta per la qualità artistica del progetto culturale e didattico, che riesce a coniugare e rinnovare le radici della tradizione tutta italiana della Commedia dell’Arte con le moderne metodologie pedagogiche e le ricerca espressiva della scena internazionale.

Accompagnano la Civica Accademia i partner istituzionali che ne sostengono l’attività, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il Ministero della Cultura, il Comune di Udine e Fondazione Friuli.

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"Le magnifiche storie per restare vivi / Les histoires magnifiques pour rester en vie" (10-15 luglio 2025)

FITUC International Festival of University Theatre of Casablanca, Marocco - 37th edition  “Theatre & Artistic- Cultural Diplomacy"
"Le magnifiche storie per restare vivi / Les histoires magnifiques pour rester en vie",
regia e drammaturgia di Claudio de Maglio
con in scena gli allievi del III anno;

Workshop "La maschera e i corpi dei personaggi"
a cura di Claudio de Maglio.
Nel corso della serata finale saranno presentate alcune scene tratte da "Niente come sembra" spettacolo di Commedia dell'Arte, regia e drammaturgia di Claudio de Maglio con gli allievi del III anno.
La Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe di Udine brilla ancora una volta sul palcoscenico internazionale. Torna con entusiasmo al 37° Festival International de Théâtre Universitaire de Casablanca (FITUC), un evento di prestigio mondiale che si svolge nel cuore del Complesso Culturale Sidi Belyout, in Marocco. Organizzato dalla Faculté des Lettres et des Sciences Humaines dell’Università Hassan II, il FITUC è una straordinaria celebrazione dell’arte e della cultura, un crocevia di talenti che unisce compagnie teatrali, studenti, docenti e professionisti da ogni angolo del pianeta. Tra spettacoli, workshop, conferenze ispiratrici e incontri ricchi di confronto, il festival è un importante occasione di confronto di creatività e dialogo interculturale.

Quest’anno, la Nico Pepe incanta il pubblico con Le magnifiche storie per restare vivi / Les histoires magnifiques pour rester en vie, uno spettacolo originale diretto Claudio de Maglio, direttore dell’Accademia, che firma anche la drammaturgia. Liberamente ispirato a due capolavori senza tempo, il Decameron e Le mille e una notte, accomunati del tema del “racconto” come strumento di sopravvivenza, intrattenimento e riflessione.  Protagonisti in scena sono gli allievi del terzo anno, che trasformano così il loro percorso formativo in un’esperienza di altissimo livello a contatto con un pubblico internazionale.

Inoltre, le giornate del Fituc vedranno Claudio de Maglio tenere il workshop "La maschera e i corpi dei personaggi" e presentare alcune scene tratte dallo spettacolo di Commedia dell'Arte "Niente come sembra".

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Theatre Academy Creative Space and Labs

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Theatre Academy Creative Space and Labs mira a fare dell'Ex Oratorio del Cristo di Udine un polo culturale di rilievo. È il primo passo di un'iniziativa condivisa con il Comune di Udine partner di progetto per rivitalizzare il centro storico attorno alla Nico Pepe, incentivando incontro e collaborazione tra attori e performer. Previsti: stagione teatrale, masterclass e laboratori su Commedia dell'Arte e teatro danza e danza contemporanea in un contesto multidisciplinare.
L’iniziativa è sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia nell'ambito del bando PR FESR 2021-2027.

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"Il Rimedio che ti cambia..."

Il 19 marzo alle ore 18,30 presentiamo "Il Rimedio che ti cambia..." scene dalla nuova Commedia dell'Arte 2025 a cura di Claudio de Maglio con gli allievi del II anno di corso.

Come ogni anno la nuova Commedia prende lo spunto da un fatto storico realmente accaduto agli inizi del sedicesimo secolo in Sicilia quando vi furono rivolte tra filo francesi e filo spagnoli… La Storia ci dice che il Viceré Moncada a Palermo decise di non comunicare che il Re era morto per poter mantenere la sua carica e mettere in pratica il suo piano: più spese per armare un esercito cercando di trasformare la Sicilia, che era considerata una piattaforma militare galleggiante, in una vera e propria fortezza armata belligerante. Si adduceva come scopo per questa ingente corsa agli armamenti le possibili invasioni dell’epoca. Come sempre la Storia ci mostra i legami con l’attualità ma il gioco della Commedia inserisce, tra le pieghe degli accadimenti reali, la fantasia che ci garantisce sorprendenti colpi di scena.

Animano questo nuovo Canovaccio di Commedia dell’Arte i vari personaggi: Don Calogero (Pantalone) poi Peppinello ( Pulcinella) e il Dottor Bologna ( vi è personaggio realmente esistito con questo nome) il Magnifico, un losco figuro che sbarca in Sicilia in incognito per sparigliare gli accordi tra diverse fazioni, e poi un Capitano di origini albanesi e gli Innamorati sull’orlo di una crisi di nervi e i servi Arlecchino e Colombina che cercano di barcamenarsi in questo continuo impazzare di eventi… tutti sono coinvolti in un esilarante vortice di cui presenteremo alcune scene.

Ingresso Libero; è gradita la prenotazione 👉 : info@nicopepe.it

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"Abbracciando stretta la vita" in tournée.

"Abbracciando stretta la vita" in tournée.
"Mosaici d'Europa" è il progetto promosso dal Teatri Stabil Furlan, prologo del Festival teatrale delle Minoranze Linguistiche, previsto nell’autunno 2025: il ricco calendario delle iniziative ha il suo epicentro a Gorizia, capitale della cultura europea con Nova Gorica per il 2025, una città dove plurilinguismo e multiculturalismo sono elementi costitutivi. Il Teatri Stabil Furlan in collaborazione con la Civica Accademia Nico Pepe, fin dal 2021, ha puntato su Gorizia, scegliendo di dedicare a Carlo Michelstaedter, filosofo tra i più profondi, profetici e trasgressivi dell’ambito mitteleuropeo, uno spettacolo che porta in scena la vita di uno straordinario giovane uomo.

Lo spettacolo teatrale "Abbracciando stretta la vita" debutterà al Teatro Verdi di Gorizia giovedì 12 dicembre ( ore 21) a cui seguiranno le repliche il 13 dicembre in Slovenia a Vila Vipolze (ore 19), a Capriva il 15 dicembre (Palestra comunale, ore 21) e il 19 dicembre a Cormons (Teatro Comunale ore 21). L'ingresso agli spettacoli è libero.

Nella dimensione cosmopolita e plurilinguistica della Gorizia di fine Ottocento si respira l'aria dell'Austria Felix, ed è qui che si svolgono le vicende di Carlo Michelstaedter, nato in una famiglia di origini ebraiche, nella quale si parlavano tedesco, italiano e friulano, la lingua utilizzata dal padre Alberto. Accanto ai protagonisti gli amici degli anni di liceo, Enrico Mreule e Nino Paternolli, con i quali condivide l'amore per i classici, le escursioni in montagna, la voglia di cambiamento. Sfilano accanto al protagonista alcune importanti figure femminili, l'amata Nadia Baraden e l'ultima fiamma Argia Cassini ed è presente la figura paterna, Alberto. Carlo Michelstaedter vive in un periodo in cui, a dispetto di quella che viene propagandata come una società ordinata, evoluta e armonica, sono molti i giovani in preda al “malessere di vivere”. Istinto vitale e pulsione autodistruttiva sono dunque luce e ombra, i poli di una conflittualità tra tradizione o innovazione, tra vita borghese agiata e tensioni anarchico rivoluzionarie, tra principio di piacere e ascesi spirituale, tra attaccamento agli affetti ed aneliti libertari e che nel loro albergare contemporaneamente in questa “generatio aequivoca” esprimono contraddizioni intime molto sofferte poiché pervadono diversi piani dell’esistenza giocando un ruolo essenziale nella sensibilità di un giovane artista irrequieto. Di fronte all’impossibilità di trovare risposte o tentare l’approdo ad un qualche equilibrio tra impulsi così contrastanti le risposte di non pochi giovani anche molto vicini a Carlo hanno dunque avuto un risvolto funesto, come accadde per la sua amica russa Nadia Baraden suicida a Firenze o per suo fratello Gino a New York... Siamo alla vigilia di quei grandi cambiamenti che - purtroppo- portarono allo scoppio della prima guerra mondiale. La sua pur breve vita appare come metafora dei nostri tempi in cui tutto si brucia e consuma con rapidità ma è anche un monito per cercare un più profondo e convinto radicamento nei valori dell'umano veramente umano.

Sviluppatosi da un'idea di Antonio Devetag, lo spettacolo "Abbracciando stretta la vita" si avvale della drammaturgia di Claudio de Maglio che cura anche la regia. In scena Giulia Cosolo, Alessandro Maione, Klaus Martini, Dina Mirbakh, Radu Murarasu e Stefano Pandolfo, assistente alla regia Mark Kevin Barltrop, consulenza drammaturgica per il friulano a cura di Carlo Tolazzi, musiche di Mariano Bulligan e Alan Malusà Magno, i costumi di Emmanuela Cossar, le scenografie di Claudio e Andrea Mezzelani e le maschere di Francesco Garuti.


Affiche AVANTI 2

AVANTI!

AVANTI
Uno spettacolo clownesco per tutti, piccoli e grandi.
Venite! Entrate pure...AVANTI!
venerdì 6 dicembre ore 18:30, ingresso libero.
Avete preso posto e tutto è pronto.
La fanfara dà inizio allo spettacolo, il sipario si apre.
Le luci si accendono e illuminano la sfilata degli artisti,
un fuoco d’artificio, una giostra di numeri circensi, comici e d’illusione.
Un grandioso Varieté
che vi catapulta in volteggi sincronizzati,
dove il minuto si trasforma in gigante,
il giocoliere moltiplica le sue palline,
la magia vi ubriaca senza fine
e la musica vi prende per mano e volate
attraverso il fantastico... piccolo grande mondo del teatro.
di e con: Bernard Stöckli, Andreas Manz in collaborazione con: Emmanuel Pouilly costumi di: Anna Manz

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Largo Ospedale Vecchio, 10 33100 Udine

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